Pochi sanno che il cotone è la fibra tessile naturale più utilizzata a livello mondiale. Quasi ogni tessuto con cui veniamo in contatto quotidianamente, ha almeno una piccola percentuale di cotone, in sé: gli abiti che indossiamo, le lenzuola sulle quali dormiamo, i pannolini che mettiamo ai nostri bambini.
Deve la sua diffusione al costo competitivo e ad alcune proprietà che lo rendono insostituibile in molti ambiti. Grazie ad esse, è particolarmente indicato per i bambini, ma è anche “il preferito” dagli adulti, perché molto versatile.
Può infatti essere trasformato in diversi tipi di tessuti come: velluto, pizzo, jersey, e molti altri.
IL COTONE DI ØLDBERG
Per realizzare i propri prodotti, Øldberg usa solo i cotoni più pregiati, quelli egiziani e peruviani, che sono molto fini, tenaci e dall’aspetto lucente e mai cotoni indiani, che sono più grossolani, o le fibre ottenute in laboratorio come il poliammide e i poliesteri, che sono tossici per la pelle.
Prima di scegliere il cotone per realizzare i propri capi, Øldberg classifica le materie prime per gradi: dai più pregiati, “fine district middling”, a quelli più scadenti, “low ordinary middling”, in base alla provenienza e alla varietà di coltivazione. Altri fattori importanti sono: il “grado”, ossia l’assenza di impurità, il “carattere”, ovvero la frequenza di torsioni naturali e la tenacità, cioè la capacità di assorbire energia di deformazione. Infine, ma non meno importanti, prendiamo in considerazione la finezza, la coesione in filatura e la lunghezza di “tiglio”, ossia la dimensione media del fiocco.
DA DOVE PROVIENE IL NOSTRO COTONE?
Il cotone Øldberg viene ricavato da piante erbacee tipiche delle zone tropicali e subtropicali che hanno bisogno di climi caldi e terreni molto fertili. Queste piante danno origine a grandi fiori di colore giallo pallido dai quali nascono frutti contenenti svariati semi avvolti da una fitta peluria, detta bambagia. Una volta raccolta con macchine aspiratrici, la bambagia viene sgranata con appositi macchinari per liberarla dai semi e sottoposta poi a cardatura per pulire i filamenti, rendendoli paralleli. In seguito le fibre più corte e le impurità vengono eliminate attraverso la pettinatura.
Ogni pianta di cotone produce dai 200 ai 500 frutti. I semi del cotone, dopo essere stati separati dalla bambagia, vengono trattati con solventi per ottenere l’olio di cotone, impiegato nell’alimentazione umana e animale, oltre che per la produzione di saponi e candele.
Il cotone venne coltivato per la prima volta in India intorno al 1200, poi venne man mano introdotto in Cina e in Egitto. Successivamente soltanto nel XVIII secolo l’Inghilterra iniziò la coltivazione del cotone e grazie alle prime macchine per filare e tessere il cotone si impose sul mercato mondiale a prezzi molto più bassi di quelli della lana.
Con lo sviluppo dell’industria cotoniera la sua produzione crebbe a livello mondiale, diventando così il tessuto della nostra vita.
Fonte iconografica: wikipedia